studi sul Palazzo De Caro - Pianella - autore Diego Troiano
Pianella in Archivio.
La storia moderna di Pianella attraverso la documentazione archivistica.
1 - Storia di Palazzo De Caro:
l’Università di Pianella acquista nell’anno 1763 il palazzo per farne la propria sede istituzionale e
due case dell’Università site in piazza San Domenico (la prima per uso del Governatore, della Corte e delle carceri civili e la seconda per uso di cancelleria) vengono vendute ai De Felici, che così ampliano il loro palazzo.
In relazione ai vari restauri, sia quelli otto/novecenteschi, sia quelli attualmente in opera di Palazzo De Caro, uno degli edifici più importanti del centro storico di Pianella, sede del Comune, si pubblica in questa sede nel dettaglio un inedito documento relativo all’atto notarile di vendita dello stesso edificio, nell’anno 1763, dalla famiglia Sansonio - De Caro all’Università di Pianella, che l’acquista per farne la propria sede.
Precede questo documento, un alto atto notarile, di cui il secondo ne è la conseguenza, ovvero la vendita a Gesualdo De Felici della vecchia sede dell'Università sita nell'attuale Piazza Garibaldi e corrispondente a parte dell’attuale palazzo De Felici e precisamente la parte in alto che confina con via Umberto I, contraddistinta oggi dal portico anteriore e la parte più in basso dell’edificio destinata all’epoca a Cancelleria.
Gli atti in oggetto sono custoditi presso L'Archivio di Stato di Pescara, fondo notarile, notar Luca de Deo di Pianella, anno 1763, ambedue datati Pianella 18 agosto 1763, pubblicati qui in appendice ed a cui si rimanda per qualsiasi approfondimento.
Paolo Sansonio-De Caro dichiara di possedere un “Palazzo di più quarti e membri superiori e inferiori con botteghe, portone, cortile e altri comodi, sito dentro questa Terra nella piazza di S. Antonio Abate, giusto davanti e da lato detta piazza e la Porta di Santa Maria, da dietro l'attennimi (ovvero le mura del paese) e dall'altro lato parte la chiesa badiale di Santo Spirito (di patronato dei De Caro) e parte nei piani superiori la casa ceduta a Giacomo Sabucchi (come dote di Rosa Maria Sansonio-De Caro; (quindi è evidente che il palazzo si estendeva anche a destra dell'attuale portone), ed altri” confini.
Per necessità vende il “quarto grande che forma davanti e da lato due facciate verso la piazza di detto palazzo, da cielo a terra, cominciando da detta porta di Santa Maria e terminando alla detta chiesa di Santo Spirito (a destra del portone); con due botteghe sotto e tre botteghe vicino detta porta, con la gradinata grande e loggia nel cortile e di sopra una sala grande col camerino a lato e tre cameroni fino alla detta chiesa, con di sopra l'alto quarto fino al tetto di detto palazzo ..., confermando in quest'ultimo passaggio che all'epoca esisteva anche il piano superiore, (il cosiddetto terzo piano).
Paolo Sansonio-De Caro decide quindi di “voler effettuare la vendita di detto quarto grande, con anche del portone, entrone, cortile e cisternola in esso ...” così come affermato nella pubblica risoluzione fatta nel parlamento di detta Università celebrato il 24 ottobre 1762, di cui si allega copia al presente atto.
Apprendiamo quindi fra le altre cose che nel cortile vi era una “cisternola” ovvero una piccola cisterna con ogni evidenza per l'acqua, oggi non più visibile; notizia senza dubbio da tener presente nei restauri che si stanno effettuando oggi sul palazzo stesso.
La vendita avviene per il convenuto prezzo di 930 ducati per il quarto grande, 24 ducati per il pagliolo a destra del portone, 60 ducati, grana 82 e 5 cavalli per il portone, entrone, cortile e cisternola ed altro che sommano il prezzo di 1014 ducati.
Don Paolo Sansonio De Caro dichiara che di questa somma, ne ha già avuti 680 ducati in anticipo, in più riprese dai vari amministratori della detta Università; inoltre altri ducati 84 li deve sempre all'Università per regie collette, o tasse come diremo oggi, non pagate nell'anno 1760. I restanti 250 ducati, a compimento dell'intero prezzo, vengono dati da Gesualdo De Felici, quale parte della vendita della vecchia sede dell'Università e della sede della cancelleria effettuata lo stesso giorno 18 agosto in favore del De Felici stesso.
Come detto sopra, lo stesso giorno dell'acquisto del palazzo De Caro, l'Università di Pianella risulta aver già venduto la sua vecchia sede a Gesualdo De Felici, barone di Poggio Ragone:
Il 18 agosto 1763, attraverso lo stesso notaio Luca de Deo, l'Università di Pianelle vende a De Felici “una casa molto antica, in parte caduta, per uso dei Governatori e Corte e delle carceri civili, di otto membri con caposcala, quattro superiori e quattro inferiori, sita a Capo la piazza di San Domenico, giusta davanti la stessa piazza, da dietro e da un lato detto Barone Gesualdo e dall'altro lato la strada pubblica”.
Da questa confinazione si capisce che la casa in oggetto rappresenta parte dell'attuale palazzo De Felice, con ogni evidenza la parte con il piccolo porticato davanti, compreso fra l'attuale piazza Garibaldi e via Umberto I.
“E similmente (vende) un'altra casa, antica, per uso di cancelleria, appiedi di essa piazza, di un membro superiore e un'altro inferiore e due botteghe, giusta davanti della piazza, da un lato e di sopra la gradinata, il palazzo di detto Barone Don Gesualdo e dall'altro lato e da piedi le case di Silvestro del quondam Tommaso Chiarieri, la via …”.
La vendita avviene per il convenuto prezzo di 527 ducati, 67 grana e tre quarti.
Con l’acquisto il barone De Felici allarga la proprietà del suo palazzo, visto che gli edifici sono attaccati alla sua proprietà.
Appare utile ricordare che l’Università di Pianella in tale data con aveva una propria sede, o se vogliamo una sede degna di tale istituzione, si appoggiava alla casa a Capo la piazza di San Domenico che era una "casa molto antica", in parte "caduta" per uso dei Governatori e della Corte nonché sede delle carceri civili (8 vani, 4 sotto e 4 sopra); mentre la "cancelleria" ovvero gli uffici come diremo oggi, erano posti sempre in una “casa antica ai piedi della piazza”, confinante con la abitazione dei De Felici, di 2 vani, uno sotto ed uno sopra e 2 botteghe.
Alcuni documenti allegati all'atto in oggetto riportano in copia pubblici parlamenti, quelli del 2 e del 23 settembre del 1759 nonché quello del 1 marzo del 1760 nei quali si stabilì la convenienza per l’Università di vendere la casa a capo la piazza e quella della Cancellerie (entrambe attaccate alla casa del barone De Felici) per acquistare con il ricavato un più grande e comodo edificio: la casa palaziata di Paolo Sansonio De Caro.
Fra le convenienze per cui si è reso assolutamente necessario il nuovo acquisto, si ricorda che avviene in quanto “l'Università non ha casa propria per detto ufficio, ne per la sala di consiglio, cancelleria ed archivio, assolutamente necessari”. Si parla anche di danni subiti, fra cui la “perdita anche delle pubbliche scritture”, forse per la caduta di parte della casa a Capo Piazza.
La consistenza di questi due immobili, dell’Università siti in piazza San Domenico, ceduti al Di Felice, sono dettagliatamente descritti nell’apprezzo che si allega all’atto.
Foto 1 - Archivio di Stato di Pescara, notarile, notar Luca de Deo di Pianella, anno 1763, due atti entrambi datati Pianella 18 agosto 1763.
Foto 2 - Particolare del portale di palazzo De Caro, in piazza della Vittoria, sede dell’Università di Pianella dal 1763. Pianella.
Foto 3 - Particolare del portale di palazzo De Caro, in piazza della Vittoria.
Foto 4 - Palazzo De Felici, parte dell’edificio di proprietà dell’Università venduto nel 1763 a Gesualdo De Felici, barone di Poggio Ragone. La porzione in oggetto, già sede dei Governatore, della Corte e delle carceri civili, è contraddistinta dalla loggia antistante ed è posta fra in piazza Garibaldi e via Umberto I.
Foto 5 - Palazzo De Felici, vista dell’edificio su via Umberto I.
Foto 6 - Parte in basso del palazzo De Felici in piazza Garibaldi, già proprietà dell’Università di Pianella che la adibiva a cancelleria. L’immobile fu venduto nel 1763 al barone Gesualdo De Felici.
Il presente articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2022 su Academia.edu
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